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4 dicembre 2022: condividiamo spunti del Ritiro di Avvento

Domenica scorsa nella chiesa del Castello, don Paul ha guidato il Ritiro spirituale di Avvento, offrendo importanti spunti di riflessione, preziosi per prepararci bene al Santo Natale.




Dopo una breve introduzione di don Bogdan, don Paul ha commentato tre testi del Vangelo, partendo da quello che la liturgia ci propone per la seconda domenica di Avvento e continuando con le domeniche successive. Ecco una breve sintesi delle sue parole.

Ogni volta Francesco ha letto il brano del Vangelo corrispondente.




Mt3, 1-12

Giovanni il Battista dice "Convertitevi e credete al Vangelo". Avvento è un momento forte, propizio per incontrare una persona di nome Gesù. È una relazione con Lui, è un vivere per Lui e in Lui. Questa è la nostra fede. Dobbiamo essere vigilanti. Avvento deriva dal latino Adventus. Nei tempi passati, quando un sovrano stava per entrare in un paese, il popolo preparava l'accoglienza. Anche noi dobbiamo prepararci a dare il benvenuto al Re che sta per arrivare. Si tratta di una combinazione di tre momenti:

  1. quando Gesù, 2000 anni fa, venne in mezzo a noi

  2. la Sua presenza in mezzo a noi oggi (Emmanuele)

  3. Lui verrà di nuovo

La nostra vita è in attesa sempre. Questi tre momenti ci aiutano ad aspettare il Signore che viene all'interno di un cammino nella Chiesa. Dobbiamo tornare alla nostra radice per capire cosa abbiamo fatto di bene o di male e chiedere perdono.

Anche nel mondo c'è attesa per il Natale, soprattutto dal punto di vista commerciale e consumistico che talvolta precede l'attesa spirituale dei cristiani: noi dobbiamo avere una preparazione spirituale in senso profondo.

Giovanni il Battista ci insegna come tenere la strada che conduce al nostro Signore, perché non dobbiamo perdere la strada. Giovanni è una voce che grida nel deserto, è un profeta. Lui diminuisce e Cristo cresce. Ciò che ha detto è il Verbo. Giovanni il Battista è la voce. A Natale la voce non c'è, il Verbo resta nella nostra vita e nella nostra casa. Il deserto è il luogo del silenzio, in cui noi possiamo ascoltare la voce di Dio. Nel deserto Dio ha dato i suoi comandamenti. "Shemà Israel!" dice l'Antico Testamento: "Ascolta Israele!".

Siamo Chiesa che ascolta, con pazienza. Nell'avvento siamo invitati a creare silenzio nella nostra vita e ad ascoltare la voce del nostro Signore: può essere un momento che ci ritagliamo ogni giorno, può essere un luogo della nostra casa dove possiamo trovare raccoglimento.


Mt 11,2-11

Cosa intente la scrittura con deserto? Rappresenta il luogo dove non c'è neppure acqua. Chi vi si reca, prende solo ciò che è necessario per vivere, solo ciò che è essenziale. Tante cose materiali, derivanti dal superfluo del consumismo, ci fanno perdere la strada. Avvento è capire ciò che è essenziale per la nostra vita spirituale. Nel deserto è difficile andare da soli: il popolo di Dio è in comunione. Avvento non è un cammino da fare da soli, ma insieme. In tanti sono andati a incontrare Giovanni sul Giordano.

Perché il Giordano? Dopo il Giordano, c'è la Terra promessa. Questo fiume divideva la terra pagana dalla Terra promessa. Oltrepassando quindi il Giordano, si ritorna di nuovo in schiavitù, non più degli egiziani, ma del peccato. Il secondo viaggio è per la nostra salvezza: occorre purificarsi per entrare di nuovo nel cammino della nostra salvezza.

Questo brano ci invita alla conversione, da intendere come cambiamento di mentalità. Il termine greco "metànoia" significa proprio questo: cambiare modo di pensare, trasformare il nostro modo di vivere la fede. Non dobbiamo cambiare religione, ma cambiare noi stessi. E questo vale anche per chi è già cristiano. Perché dobbiamo cambiare? Perché non dobbiamo essere cristiani per tradizione, ma per essere salvati. Dobbiamo vivere questa fede per salvare la nostra anima. Questo è il vero significato dell'avvento!


Mt 11, 2-11

A volte, durante questa tristissima pandemia, qualcuno si pone questa domanda: dov'è Dio? Dobbiamo rispondere che Dio c'è! Anche nel dubbio, Dio c'è. Se arrivano i dubbi, è un momento di Avvento. Qualcuno chiede se quello che grida nel deserto è Cristo. Diceva il profeta Isaia (42,7): "perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre". Nell'A.T. Giovanni leggeva che il Messia viene a liberare i prigionieri. Giovanni è proprio in prigione. Ma Gesù non va a liberarlo. Giovanni manda qualcuno del suo popolo a cercare la verità. La nostra fede è una ricerca, sempre. Per eliminare i nostri dubbi dobbiamo tornare da Cristo a chiedere aiuto per capire. Non dobbiamo mai perdere la fede: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?" è la domanda che Giovanni il Battista, in carcere, pone a Gesù tramite due dei suoi discepoli. Dobbiamo sempre ascoltare i nostri dubbi e cercare di trovare in Dio una risposta. Ogni volta capiamo qualcosa di più di Cristo. Siamo malati? Dobbiamo pregare e esprimere a Gesù la nostra volontà di vivere con Lui anche la malattia. Il Signore è con me anche in quella fase. Giovanni ha mandato per questo i suoi discepoli.


Mt 1, 18-24

Qualcuno si chiede: ma Giuseppe dormiva sempre? In realtà no! Il sonno era un modo per capire per lui la volontà di Dio nella sua vita, per raggiungere una meditazione profonda. Noi dobbiamo sognare, lasciando spazio a Dio che ci indica la strada. Non sentiamo ciò che Giuseppe dice, ma in questo caso lui prende la decisione di proteggere Maria e il Bambino, per fare così secondo la volontà di Dio. Anche noi dobbiamo fare scelte giuste, per seguire la volontà di Dio.


La gioia nel celebrare il Natale deriva dal fare la volontà del Signore in mezzo a noi. Quando viviamo secondo il nostro piacere, non abbiamo e non avremo la gioia del Natale.


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