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Le parole del vescovo Giacomo al Ritiro d'Avvento della nostra unità pastorale

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  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Come programmato, domenica 7 dicembre nel salone dell'Oratorio Helder Camara di San Polo si è tenuto il Ritiro d'Avvento per tutta la nostra unità pastorale, con la presenza d'eccezione del nostro vescovo Giacomo che ne ha guidato la meditazione incentrata sul tema della comunione.


Il vescovo Giacomo ci ha guidato a riflettere con una meditazione sul tema della comunione.
Il vescovo Giacomo ci ha guidato a riflettere con una meditazione sul tema della comunione.

A partire dalla lettura della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi (12,1-11), l'arcivescovo ha condotto i presenti a una profonda riflessione di cui non solo ciascun fedele, ma l'intera comunità dovrebbe far tesoro.


Nel testo biblico citato emerge chiaramente il tema della comunione nella comunità di Corinto, che si trovava divisa in fazioni dopo la partenza di Paolo. L'apostolo esorta i membri a raggiungere una perfetta unione di pensiero e sentimento, sottolineando che la sovrabbondanza di doni non deve condurre a discordie, poiché la divisione compromette l'efficacia dell'evangelizzazione.


Paolo insiste sull'importanza dell'unità in Cristo, realizzata attraverso il suo sacrificio, e descrive i diversi doni dello Spirito che uniscono i membri come un corpo unico. Egli ricorda che la comunione si basa sulla professione dell'unica fede e che nessuno può proclamare che Gesù è il Cristo se non sotto l'azione dello Spirito Santo. L'unità di cui parla è già stata compiuta da Cristo.



Il vescovo ci ha ricordato che Paolo affronta anche la questione dei doni spirituali, spiegando che a ciascuno è dato un dono diverso, come il linguaggio della sapienza, la conoscenza, la fede, e altri carismi, tutti operati dallo stesso Spirito. Questi doni devono servire all'unità della comunità, non alla divisione. Come il corpo ha molte membra ma è uno solo, così i membri della comunità, pur essendo diversi, devono formare un solo corpo in Cristo.


Il vescovo esprime preoccupazione per le divisioni interne che non rendono attrattive e accoglienti le nostre parrocchie, a differenza delle prime comunità cristiane.

La comunione, già compiuta da Cristo, deve riflettersi nell'armonia tra i credenti. L'Eucaristia dovrebbe essere il culmine di questa unità e non un luogo di divisione. Paolo ricorda che è lo Spirito Santo che distribuisce i doni come desidera e la comunità deve impegnarsi a vivere come un corpo unito in Cristo.


Dopo la relazione del vescovo, che, come sempre, ha un modo molto coivolgente di esporre il proprio pensiero, si sono tenuti i lavori di gruppo: tutti i presenti si sono divisi in quattro gruppi. Successivamente, mons. Morandi ha risposto anche ad alcune domande emerse. Ha ricordato quella che ha definito la Regola aurea del vivere insieme: se uno soffre, tutte le membra soffrono; se un membro gioisce, tutti gioiscono con lui. E ha posto a tutti noi una domanda: è più difficile soffrire con chi soffre o gioire con chi gioisce? E ha ricordato che dalla risposta a questa domanda, ciascuno di noi può misurare il livello della propria vita spirituale: se abbiamo invidia, non riusciamo a gioire con chi è nella gioia, magari per un successo ottenuto (anche a livello pastorale)! "I santi - ha concluso il vescovo - non si ritengono ammirati dagli altri, ma essi, per santità, ammirano tutti gli altri. Così si crea la comunione, che diventa la forza propulsiva e attrattiva allargata, dove più tradizioni sono condivise come tesori".


Numerose sono le persone presenti, provenienti da varie parrocchie dell'unità pastorale.
Numerose sono le persone presenti, provenienti da varie parrocchie dell'unità pastorale.

Dobbiamo anche chiederci, infatti, come fare affinchè le nostre comunità siano attrattive, anziché lamentarci e rassegnarci perché siamo in rimasti in pochi.

Il vescovo ci ha ricordato allora la frase di San Giovanni Berchmans: «Mea maxima poenitentia vita communis» (Mia massima penitenza è la vita comune): pensando alle varie parrocchie di una grande unità pastorale come la nostra, dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con franchezza e umiltà, vivendo il perdono e avendo a cuore la comunione tra noi.


Don Carlo conclude, ringraziando di cuore il vescovo Giacomo.
Don Carlo conclude, ringraziando di cuore il vescovo Giacomo.

Infatti, solo una comunità forte e unita, diventa capace di portare il messaggio di Cristo al mondo con efficacia e amore. Ed è questo l'insegnamento che ciascuno dei presenti al Ritiro d'Avvento ha raccolto per il proprio cammino verso il Natale, come ha sottolineato don Carlo ringraziando di cuore mons. Morandi per la sua presenza tra noi!


Unendo le nostre voci nella recita dei Vespri, abbiamo concluso l'incontro.
Unendo le nostre voci nella recita dei Vespri, abbiamo concluso l'incontro.



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