Domenica 9 marzo, per la nostra unità pastorale, si è tenuto a Reggio il ritiro spirituale, presso la basilica della Ghiara, chiesa giubilare, nella quale abbiamo potuto ottenere l'indulgenza plenaria. In realtà un ritiro è stata un'esperienza che ciascuno dei presenti ha vissuto in modo molto personale, ma ci sembra importante condividerne alcuni aspetti con chi non è riuscito a partecipare.
PELLEGRINAGGIO
Il pomeriggio è iniziato puntualmente alle ore 16:00, con ritrovo sul sagrato della basilica. Ad accoglierci c'era il nostro parroco, don Carlo, che subito ci ha presentato Gabriele Piccinini. Proprio lui, infatti, fin dall'esterno della basilica, una delle più preziose in Italia, ci ha guidati a cogliere l'alto significato di questo edificio nella città di Reggio, di cui ne rappresenta senza dubbio l'opera d'arte di più alto valore artistico ed estetico, inusuale all'interno di una città.
VISITA ALLA BASILICA
La basilica è uno tra i santuari mariani più importanti d’Italia ed è nato dalla fede e dalla devozione del popolo reggiano verso la beata Vergine Maria, per esprimere profonda riconoscenza per le straordinarie e numerose grazie ricevute. L’origine e lo sviluppo del santuario sono legati alla presenza a Reggio dei Servi di Maria che si erano stabiliti in città agli inizi del XIV secolo, e avevano costruito convento e chiesa in questa zona denominata Ghiara, località ghiaiosa, perché antico letto del Crostolo. Nel 1517 venne costruita una seconda e più ampia chiesa con l'affresco di un’immagine della Madonna con Bambino che presto divenne oggetto di venerazione di reggiani e non, ornata di molti ex voto. Ma fu all’inizio del 1596 che si ha notizia di alcuni miracoli, riconosciuti come grazie derivate proprio da quell'immagine. Nella notte tra il 28 e il 29 aprile un ragazzino di nome Marchino da Castelnovo, sordo, muto e senza lingua, all’improvviso si ritrovò risanato: gli si sviluppò la lingua e iniziò a parlare. Il papa Clemente VIII approvò il miracolo e ne furono permessi venerazione e culto, posti subito sotto il controllo delle autorità civili e religiose, con la proprietà del Comune di Reggio. Venne così costruito un grandioso santuario terminato nel 1615, che custodisce un ciclo di affreschi che è uno dei più importanti dell'Emilia-Romagna, a livello di bellezza paragonabile alla Cappella Sistina.
Gabriele, la nostra guida, ci ha poi invitati ad entrare nel santuario, fornendoci tanti particolari che ci hanno permesso di cogliere che tutte le pitture furono concepite come un discorso unitario ad esaltazione della Vergine. La basilica ha pianta a croce greca. Sull’immagine, effige della Madonna della Ghiara, quella che oggi vediamo all’interno della chiesa, lo stesso Orsi, che l'aveva dipinta, aveva posto l’iscrizione: Quem genuit adoravit, cioè: La Madonna adorò Colui che essa stessa generò. È il cuore della nostra fede! Di fronte a questa immagine, c'è la Crocifissione del Guercino, di straordinaria bellezza. Sulle cupole degli altri due lati della croce greca sono raffigurate, verso l'ingresso l'Immacolata Concezione e, nel lato opposto, l'Incoronazione di Maria. Nella cupola, al centro, l'Assunzione. Nei cicli di affreschi sottostanti sono dipinte figure femminili dell'Antico Testamento, in cui Maria è stata prefigurata.
Gabriele ci ha dato occasione per ricordare come, anche attraverso la basilica della Ghiara, si comprende come la Vergine sia centrale nella vita della Chiesa e di tutti noi e come alla fine Maria trionfi in quanto regina dell’universo.
CATECHESI SUL SACRAMENTO DELLA PENITENZA
Per il secondo momento del nostro ritiro, come gruppo ci siamo trasferiti in una sala accanto al chiostro: don Carlo ci ha coinvolti in una incisiva catechesi sul sacramento della riconciliazione. Partendo dalla propria personale esperienza, in cui la confessione è sempre stata una costante, vissuta con regolare frequenza, il nostro parroco ci ha indicato in questo sacramento una strada per riconoscere Dio come Padre amorevole, che ci accoglie anche nelle nostra fragilità e ci fa capire che siamo "perdonabili" e, dunque, amabili. Essa è un luogo dove possiamo essere liberi. Oggi con la confessione ci accoglie Gesù, lo stesso che ci accoglierà in una vita beata. Non dobbiamo averne paura: è importante nella nostra relazione con Dio, come se fosse l'ultimo giorno. Ci apre il cuore, come in una stanza con tanta luce, in cui si vedono anche le più piccole particelle di polvere e ci dà la forza per ricominciare. I Santi non sono tali perché non sono mai caduti, ci ha ricordato don Carlo, ma perché hanno avuto la forza di rialzarci per ricominciare il cammino della vita! Il sacramento della confessione ci fa riconoscere come il nostro battesimo ci ha fatto rinascere nella comunione con Dio, ci aiuta ad imparare di essere sinceri con noi stessi, vincendo la tentazione di giustificarsi continuamente. Occorre andare alla radice del male, chiamando il peccato con il proprio nome.
Dobbiamo sradicare il male, essendo espliciti con noi stessi. L'assoluzione è nel pentimento di un male fatto, che permette a Dio di entrare nella nostra vita per liberarci dalle conseguenze di quel peccato e ci dà la forza di poterci rialzare, ripartire e continuare a sperare di realizzare ciò che Dio vuole da me! Ogni assoluzione è una piccola Pasqua che ci rende capaci di sperimentare che c'è promessa nella vita eterna.
Don Carlo ha concluso augurando a tutti noi che questo sia un anno di grazia: Dio può tornare ad abitare la nostra vita. Chiediamo a Maria di aiutarci: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). Possiamo fidarci di Lei!
CONFESSIONE
Terminata la catechesi, come gruppo di pellegrini ci siamo trasferiti nella basilica e, grazie anche alla presenza dei padri che hanno affiancato don Carlo per le confessioni, abbiamo potuto accostarci a questo sacramento.
SANTO ROSARIO
Seguendo il percorso indicato dai Misteri della Gloria, nelle preghiere non è potuta mancare una supplica per la salute di papa Francesco.

SANTA MESSA
Alle 18:30, infine, don Carlo, con il servizio dell'accolito Fabio, ha celebrato la santa messa domenicale, secondo l'orario consueto previsto per il santuario, seguendo la liturgia della prima domenica di Quaresima.

Il momento della Comunione ci ha permesso di entrare in un dialogo profondo con il Signore per concludere nella gioia il nostro pellegrinaggio giubilare!
Kommentare