La celebrazione del 13 del mese a Pontenovo ci ha aiutati a confrontarci con la figura di Maria.
Dopo la recita del santo Rosario, ha avuto luogo la santa messa presieduta da don Alessandro Ravazzini, direttore del Seminario. Hanno concelebrato don Bogdan, don Pellegrino e don Luigi, ha prestato il proprio servizio il diacono Giosuè con il seminarista Antonio.
Nell'omelia don Alessandro ci ha guidati in una profonda riflessione, a partire da un brano dell'Esortazione Apostolica post-sinodale Christus vivit, che nel 2019 papa Francesco ha rivolto ai giovani e a tutto il popolo di Dio:
44. «Sempre impressiona la forza del “sì” di Maria, giovane. La forza di quell’“avvenga per me” che disse all’angelo. È stata una cosa diversa da un’accettazione passiva o rassegnata. È stato qualcosa di diverso da un “sì” come a dire: “Bene, proviamo a vedere che succede”. Maria non conosceva questa espressione: vediamo cosa succede. Era decisa, ha capito di cosa si trattava e ha detto “sì”, senza giri di parole. È stato qualcosa di più, qualcosa di diverso. È stato il “sì” di chi vuole coinvolgersi e rischiare, di chi vuole scommettere tutto, senza altra garanzia che la certezza di sapere di essere portatrice di una promessa. E domando a ognuno di voi: vi sentite portatori di una promessa? Quale promessa porto nel cuore, da portare avanti? Maria, indubbiamente, avrebbe avuto una missione difficile, ma le difficoltà non erano un motivo per dire “no”. Certo che avrebbe avuto complicazioni, ma non sarebbero state le stesse complicazioni che si verificano quando la viltà ci paralizza per il fatto che non abbiamo tutto chiaro o assicurato in anticipo. Maria non ha comprato un’assicurazione sulla vita! Maria si è messa in gioco, e per questo è forte, per questo è una influencer, è l’influencer di Dio! Il “sì” e il desiderio di servire sono stati più forti dei dubbi e delle difficoltà»
Alla santa messa erano presenti anche i giovani seminaristi di Parma e Reggio, che si stanno preparando a ricevere il ministero del sacerdozio. Tra questi anche il nostro caro Francesco Bazzoni, che da due anni presta il proprio servizio nella nostra UP, seguendo in particolare la pastorale giovanile.
Don Alessandro poi ha ripreso il contenuto del Vangelo Mt 5,13-16 che proclama
"voi siete il sale della terra, (...) voi siete la luce del mondo"
collegandolo alla costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II Lumen Gentium (La luce dei popoli), luce è da intendere riferita non alla Chiesa, bensì a Cristo stesso, che è la vera luce del mondo. Questo importante documento conciliare, datato 1964, presenta la Chiesa non tanto in forma gerarchica quanto come popolo di Dio, dove prende grande rilievo il battesimo come comun denominatore di tutti i cristiani.
Nella sua omelia don Ravazzini ha parlato anche dei cantieri di Betania, illustrando in breve il cammino della Chiesa italiana che sta vivendo il Sinodo nelle sue varie fasi. In questo cammino di discernimento la Chiesa è chiamata a mettersi in ascolto. Le Terre del Perdono hanno una vocazione diversa dalle vicine parrocchie e unità pastorali. Dobbiamo metterci in ascolto della voce dello Spirito Santo che ci fa capire che dobbiamo lamentarci di meno e interrogarci di più. A volte, purtroppo, le parrocchie sono luoghi di scomunica reciproca.
Bella, pure, la sollecitazione di don Alessandro, quando, prendendo parole latine ha sottolineato il detto "non multa sed multum" (non molte [cose], ma molto [bene]) che in sostanza vuol dire non esser conveniente studiar molte cose, ma poche e bene. Il detto si estende in genere a tutte le azioni umane, nelle quali la perfezione non sta nel verbo "fare", ma nell'avverbio "bene".
Riprendendo, infine, la figura di Maria, don Ravazzini ha concluso la propria omelia dicendo che sull'esempio di Maria dobbiamo riflettere sul nostro apostolato: Maria è stata porta di salvezza per tutta l'umanità!
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