Si celebra oggi la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo e nelle parrocchie di Ciano e di San Polo, dopo la celebrazione della santa messa, si è tenuta la processione del Corpus Domini.
A San Polo, nell'omelia della celebrazione eucaristica don Bogdan ha richiamato il significato di questa festa, voluta da papa Urbano IV che la fissò nel 1264, nel giovedì dopo la festa della Santissima Trinità. Fu il miracolo eucaristico di Bolsena a convincere il papa a istituire questa solennità.
Don Bogdan ha, infatti, ricordato il miracolo eucaristico di Bolsena. Nel 1263 Pietro da Praga, un sacerdote boemo di ritorno da un pellegrinaggio a Roma, si fermò presso la chiesa di Santa Cristina a Bolsena per celebrare la messa. Mentre spezzava l’Ostia consacrata, sentì in cuor suo il forte dubbio sulla reale presenza di Cristo in quel pane santo. Ma proprio in quel momento, dall’Ostia stillarono alcune gocce di sangue che caddero sul suo corporale di lino e sulle pietre dell’altare. Il Papa incaricò allora il vescovo di Orvieto a verificare l’accaduto. Furono recuperati il corporale e le pietre, che vennero deposte nel sacrario della cattedrale di Santa Maria a Orvieto, costruita appositamente per custodirle.
Si legge sul foglietto della messa di questa domenica:
La manna era un cibo che il popolo d’Israele non conosceva, e che gli stessi padri non avevano mai conosciuto. E noi conosciamo il dono dell’Eucaristia? Magari lo conosciamo troppo? Ci siamo abituati? Allora l’odierna festa è un’occasione splendida per riconoscere il santo mistero, l’immenso mistero che celebriamo.
Gesù desiderò restarci vicino attraverso il pane e il vino consacrati dalle parole dei suoi sacerdoti. Fu esaudito!
Dopo la santa messa, i fedeli sono usciti dalla chiesa per la processione eucaristica con il Santissimo Sacramento, a cui hanno preso parte, oltre ai fedeli, anche dei bambini con una veste bianca. Alcuni di loro quest'anno hanno ricevuto la prima comunione.
Il nostro parroco, ha portato, racchiusa in un ostensorio sottostante un baldacchino, un’ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione. Canti e preghiere hanno accompagnato questo momento, mentre i bambini spargevano petali di rosa lungo il percorso attorno alla rocca.
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