Enrico IV durante l'inverno del 1077, arrivato davanti al castello di Canossa dovette umiliarsi attendendo tre giorni nella neve.
Grazie all'intervento di Matilde di Canossa e dell'abate Ugo di Cluny, l'imperatore fu ricevuto da Papa Gregorio VII il 28 gennaio.
Dal fatto storico nasce il detto "Andare a Canossa" e significa umiliarsi, fare atto di sottomissione, ammettere di avere sbagliato.
L'espressione deriva da una frase del cancelliere tedesco Otto von Bismarck nel 1872, che recita: "Noi non andremo a Canossa, né con il corpo né con lo spirito".
La nostra Unità Pastorale San Polo - Canossa n. 40 è intitolata proprio "Terre del Perdono", a ricordo del noto episodio.
Nella piccola chiesa della Barcaccia è custodito questo bellissimo quadro, opera del pittore Romano Sevardi del 1991, che ritrae il famoso episodio del Perdono di Canossa.
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