Ecco il testo dell'articolo pubblicato sul settimanale diocesano La Libertà:
È ancora vivo il ricordo commosso della mattinata del 1° maggio 2020, quando davanti alla presenza dei sindaci di San Polo e Canossa, Palù e Bolondi, anche a nome delle rispettive Amministrazioni comunali e del maresciallo Tondo, don Bogdan Rostkowski ha supplicato la Patrona dell’Unità Pastorale Terre del Perdono, la Madonna del Pontenovo, perché assistesse il territorio in questi momenti di epidemia con le terribili conseguenze sulla salute e sull’economia delle nostre comunità e della nostra Patria.
Dopo un anno di chiusura forzata, il Santuario, così caro alla pietà popolare delle popolazioni della media Val d’Enza, riapre al culto. L’interruzione delle celebrazioni ha però permesso la realizzazione di un progetto sognato da tanti anni e ora compiuto grazie alla generosità di una famiglia sampolese in ricordo dei propri defunti: il restauro della facciata. Il Santuario di Pontenovo, dedicato al SS. Nome di Maria, in cui è venerata l’immagine della Madonna con bambino che ha sostituito l’antico affresco, ora nascosto dall’ancona lignea ottocentesca, trae origine da un capitello eretto nei primi anni del XVI secolo sopra il ponte del rio Bottazzo.
Con il crescere della devozione a Maria, grazie anche alle molteplici grazie ottenute, i sampolesi edificarono un oratorio dentro al quale venne portato il capitello che aveva curiosamente due immagini della Madonna con il bambino Gesù ai lati opposti. Per secoli questo piccolo Santuario fu il centro della devozione mariana locale. Nel 1625 la comunità di San Polo si consacrò alla Beata Vergine di Pontenovo in occasione della peste e da allora stabilì il suo patronato sulla chiesetta. Viste le continue grazie ricevute, il Santuario assunse sempre più importanza a livello locale, tanto che nel 1690 papa Alessandro VIII concesse l’indulgenza plenaria in occasione delle tre feste: 15 maggio festa della traslazione della Santa immagine, prima domenica di settembre sagra e festa pubblica del voto, 12 settembre festa del SS. Nome di Maria.
Nonostante la grande devozione popolare, l’edificio a metà ottocento era angusto e necessitava di diverse opere di restauro. L’idea di un nuovo Santuario grande e degno di una città venne dal sampolese mons. Prospero Curti, allora vicario generale di Modena e poi vescovo di Guastalla, che interessò un insigne benefattore della comunità sampolese, Carlo Sartori molto devoto alla B. Vergine del Pontenovo e miracolosamente guarito dalla rabbia per sua intercessione. Il Santuario, che doveva essere copia di quello della Madonna della Stella di Montefalco (PG), non vide però il completamento a causa di grossi problemi economici e rimase come lo vediamo ora: una enorme chiesa realizzata solo per un quarto del progetto e pertanto incompiuta.
La facciata venne realizzata solamente nel 1966, in occasione del 50° di sacerdozio dell’arciprete can. Baroncini. Purtroppo, benché costruita solamente una cinquantina di anni fa, necessitava urgenti lavori di manutenzione, oltre che realizzare, finalmente, la colorazione secondo il progetto originario. Grazie ai benefattori questo lavoro è terminato proprio in questo anno di pandemia, anche per ringraziare la Beata Vergine Maria dei tanti benefici ricevuti. Potrebbe essere questo l’inizio di una serie di opere volte anche a riqualificare l’interno del Santuario per accogliere in modo adeguato i devoti e rendere omaggio alla patrona del territorio sampolese e canusino. Il Santuario, poi, fa da corona al centro di accoglienza per anziani e disabili che porta il suo nome e realizzato nel 1990 nella vecchia canonica voluto dalla tenacia del parroco mons. Tognoni e di tanti benefattori.
Pontenovo per i sampolesi non è solo un edificio ma rappresenta il cuore della loro fede e della loro carità, l’amore verso la Madre celeste e verso la fragilità umana, il luogo dell’accoglienza. Ecco l’importanza di questa riapertura che segna la volontà di una intera Unità Pastorale a vedere in Maria la traccia del proprio cammino di fede.
Sabato primo maggio alle ore 11 verrà celebrata la Messa solenne dal Vicario generale mons. Alberto Nicelli che rinnoverà l’atto di consacrazione. Da domenica 2 maggio riprenderà regolarmente la celebrazione della Messa ogni domenica e festività alle ore 18.
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